ANTONIO MUCELLI | Intervista


1. Cosa vuol dire per te fare parte del progetto Arditi d'Oro?
Far parte dell’ambizioso progetto “Arditi d’Oro” per me significa innanzitutto volontà di ricordare le gloriose ed epiche imprese belliche ed umane dei nostri meravigliosi Arditi dei Reparti d’Assalto durante il centenario della Grande Guerra , anche se ormai in dirittura d’arrivo. Significa anche tramandare e far conoscere chi erano, soprattutto ai giovani e comunque a chi ancora non li conosce. Una chiave di lettura romanzata, ma storicamente e filologicamente perfetta. Nulla è inventato, nomi, date, luoghi, aneddoti tutti veri, reali, accaduti.
Un lavoro volutamente con 10 autori al fine di trattare capitoli separati, ogni MOVM un capitolo. Una sola foto. Stesso spazio per ognuno di loro, dove oltre alla Storia emerga la personalità dello scrivente. Ultimo punto: la volontà di smentire le aberranti e distorte notizie sugli Arditi, diffuse dallo scrittore Antonio Scurati, durante la presentazione del suo libro “M”.

2. Raccontare la vita, le imprese e i sacrifici di ragazzi che hanno combattuto e in alcuni casi dato la vita è un onore, ma anche un onere. Come hai vissuto questa impresa ardita? 
Da oltre 20 anni mi occupo di Grande Guerra e nello specifico di Arditismo militare nazionale ww1. Nel 2017 (data del centenario della loro fondazione) ho portato a termine un impegnativo traguardo. Pubblicare un libro loro dedicato, grazie alla Casa Editrice Itinera, di Bassano del Grappa (VI) che me lo ha reso possibile. “Gli eroi del Montello”. Di Luigi Freguglia. Il XXVII Battaglione d’Assalto.
Un altro sogno era riservato al 2018. Ripetere il 2017 editorialmente. Con Roberto Roseano in primis ce l’ho fatta. Curare più MOVM in questo libro è stato davvero esaltante. Alcune figure anche a quattro mani con la cara amica Monica, una degli altri 9 autori.
Una responsabilità che mi sono sentito in grado di portare a termine. Spero con successo.

3. Raccontaci della scelta/e dell'ardito/i di cui hai narrato le gesta. Come mai proprio lui/loro? 
Io ho curato “da solo” l’ardito Ciro Scianna, porta stendardo del IX Reparto d’Assalto e con Monica Gasparotto Battaglia, a 4 mani, il ten. Giuseppe Albertini del XXV R.d’A, oltre al Ten. Mario Ponzio di San Sebastiano del XVIII R.d’A e al capitano Vittorio Leonardi, sempre del XVIII R. d’A.
Ciro Scianna fin dai miei primi studi ha un posto di riguardo nel mio cuore. Per amicizie con palermitani doc, per l’amore che nutro verso il Monte Grappa e nello specifico per il Monte Asolone e per l’umile figura che rappresentava Ciro. Fulgido esempio di Eroe purissimo.
Giuseppe Albertini perché la MOVM gli venne conferita per azioni sul Basso Piave, “casa mia”. Un legame fortissimo che tuttora sento verso la mia Terra e verso il Mio Piave.
Il Tenente Ponzio ed il Capitano Leonardi sempre per via di quel fortissimo legame che provo verso il Massiccio del Grappa (in questo caso verso il Monte Pertica) e anche per il forte spirito di sano cameratismo con amici/che che vi abitano nei paraggi. “Monte Grappa Tu sei la mia Patria” …. per me vale sempre!

4. Parliamo delle scelte narrative e stilistiche che hai adottato. Ci hai ragionato molto? Cosa ti ha portato a scegliere? 
Ero un po’ preoccupato per la forma romanzata del racconto decisa a priori. Ero più preparato sotto l’aspetto storico, uniformologico e militare degli Arditi. Ci ho pensato un attimo, ma ho deciso praticamente subito. “Si, ci sto” ho detto a Roberto Roseano.
 Ho /abbiamo fatto parlare spesso in prima persona i protagonisti. Aspetto questo che mi è piaciuto parecchio. Richiede fantasia ed introspezione profonda. Un bel tuffo dentro al proprio “io” per sviscerare la “loro anima”. Il risultato finale a mio avviso è soddisfacente.

5. In questi ultimi anni stanno uscendo davvero tanti libri sulla Grande Guerra e anche sugli Arditi. Supponiamo si debba scegliere... perché leggere Arditi d'Oro e non qualcos'altro?
È vero. Merito anche del periodo storico dato dal Centenario della Grande Guerra. “Arditi d’Oro" proprio perché la formula del romanzo storico facilita la lettura. 20 capitoli, in sostanza venti romanzi. Da leggere tutti d’un fiato. Alla fine, senza accorgersene, il lettore ha imparato a conoscerli e spero ad apprezzarli più di quanto si possa immaginare. E non solo loro, bensì anche il dramma della Grande Guerra, a carattere più generale.

6. E a proposito di libri, consigliaci un libro sulla Grande Guerra che dovremmo leggere a tutti i costi e perché (a parte Arditi d'Oro ovviamente).
Io mi sento di consigliare senza esitazione alcuna “TRINCEE” del ten. Carlo Salsa. Il suo diario di guerra, pubblicato negli anni ‘20 che tuttora si trova in commercio sia vecchie edizioni, che recenti ristampe. È molto duro, ma vero. Ci narra la guerra col suo vero volto. Sangue, morte, fango, privazioni, tribolazioni. Ti proietta - con un pugno nello stomaco - sul Carso, cento anni fa. Ne respiri la puzza e ne senti i boati. Un capolavoro di narrativa che non teme confronti, nemmeno a cospetto dei maestri della letteratura mondiale. Non sto esagerando. Leggetelo e capirete!

7. Che cosa ti aspetti da Arditi d'Oro? Come verrà accolto secondo te dai lettori? Il pubblico dei lettori di libri a tema storico è particolarmente esigente... dici che verrà promosso o verrà eletto a nuova Cazzullata di fine 2018?
A tuttora (nemmeno un mese dalla sua nascita) è già un “best seller” nella piattaforma commerciale di Amazon. Un successo sperato data la competenza degli autori, ma nel contempo una gran bella “sorpresa”. Il detto “Se son rose fioriranno” …. si sta avverando.
Sono sicuro che verrà promosso dal pubblico (ripeto, dato lo spessore). Non vi è alcun motivo che venga paragonato al lavoro di Cazzullo o a quello di …. Scurati!!! Per palati esigenti ci vuole un prodotto di sostanza e in “Arditi d’Oro” di sostanza ce n’è parecchia. Provare per credere.

8. Questo libro potrebbe avvicinare i ragazzi più giovani agli arditi oppure pensi che la Grande Guerra sia materia vietata per gli under 30?
Uno dei proponimenti è proprio questo. Avvicinare i più giovani è un sacrosanto dovere, dato che la scuola ormai ha lacune anche in questo settore. Amare la propria storia, la nostra bandiera al giorno d’oggi è divenuta una strumentalizzazione politica. La bandiera italiana non conta più nulla, regna sovrana solo la bandiera blu d’Europa. Un po’ alla volta non si parlerà più di soldati italiani ne tanto meno di Arditi. È a dir poco, vergognoso questo intento di cancellare la Storia Italiana.

9. Il 2019 si avvicina... avremo modo di vederti ancora all'opera con carta e penna (o mouse e tastiera)? Cosa bolle in pentola? 
Non me la sento di fare promesse. La speranza è si. I “Caimani del Piave” e le loro gesta sono per me più di un Sogno. Ed altro…..che per il momento è meglio continui a bollire…..


NOTA BIOGRAFICA
Nato a San Donà di Piave nel 1966. Ha conseguito gli studi agrotecnici nel 1987, attività svolta per qualche anno, prima di arruolarsi nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e rimanervi per undici anni. Lasciata la professione di pompiere, da fine anni ’90 è un libero professionista. Istruttore di Krav Maga ed appassionato di storia militare, soprattutto di quella relativa alla Prima Guerra Mondiale. Ne segue le tracce fin da bambino e da circa 20 anni se ne occupa quotidianamente. Ha all’attivo una decina di articoli pubblicati in riviste militari a tiratura nazionale. Ha collaborato alla stesura di numerosi libri relativi alla Grande Guerra. Socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo sia dell’Associazione Storico Culturale "Il Piave 1915-1918" di San Donà di Piave che della FNAI sezioni di Trieste e di Treviso. Collabora attivamente con le Istituzioni dello Stato, quali Sopraintendenze del Ministero per i B.A.P.P.S.A.D., Regioni, Province e Amministrazioni Comunali, Pubblica Istruzione. Inoltre ha contribuito alla catalogazione e al censimento dei cimeli custoditi all'interno di diversi Sacrari Militari con il Ministero della Difesa nella figura dell’Onor Caduti. Nel luglio 2017 ha curato il libro diario di Luigi Freguglia "XXVII Battaglione d’assalto", pubblicato da Itinera Progetti. Nel giugno 2018 ha redatto due articoli sulla Grande Guerra per il giornale Cefalunews (Ciro Scianna e Caimani del Piave).

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