VALENTINO APPOLONI | Intervista


1. Ciao Valentino, benvenuto su FUNEDIVINCOLO! Ad oggi hai pubblicato ben 3 libri sulla Grande Guerra, ma in nessuno di questi hai dedicato qualche riga di presentazione dell'autore… diciamo che non ti piace stare sotto ai riflettori. Adesso però ti tocca… chi è Valentino Appoloni?
Si è vero, non mi piace stare sotto i riflettori. Preferisco stare al coperto, discretamente riparato, magari dietro un confortevole scudo da trincea, pronto comunque a tirare qualche Sipe. Non dico molto di me, forse perché c'è poco da dire (penso interessino eventualmente i libri, meno la persona che li scrive), o forse perché, devi capirmi, devo seguire i consigli del mio agente ... Sono appassionato di storia, ex ammiratore di Napoleone, vivo in una delle città che componevano il Quadrilatero austriaco, la città di Cangrande della Scala, Salgari e ora .. di Valentino. Dopo questa sciocchezza, mi fermerei qui.

2. Quando ti è balenata l'idea di metterti a scrivere un romanzo sulla Grande Guerra e perché? Fin da subito avevi pensato di scrivere 3 libri o ti sei semplicemente lasciato travolgere dagli avvenimenti?
Quando ho pensato di scrivere di grande guerra? In passato ho scritto molti racconti a tema storico e ho capito di poterci lavorare sopra data la passione per i fatti militari. Non pensavo di scrivere tre libri. Pensavo di proporne solo uno, il primo (qui la recensione), nato come omaggio al mio prozio, ragazzo del '99. Ho sentito che qualcosa dovevo a lui, di cui ho solo la foto in copertina di La ferocia dall'Adige all'Isonzo nella Grande Guerra (qui la recensione).

3. Tutte le tue opere sono dei romanzi e quindi frutto della tua inventiva, tuttavia potrebbero benissimo passare per dei veri diari di fanti del 15-18. Ti sei dovuto documentare molto per scriverli? Quanto sono fedeli alla realtà storica?
Si, sono romanzi e tali vanno considerati. Ho cercato di curare molto la parte storica, con attenzione alla cronologia dei fatti reali e alle armi effettivamente usate nel conflitto. Per il resto, è tutto romanzato. Un editore che ha letto La ferocia dall'Adige all'Isonzo nella Grande Guerra, mi scrisse che non è facile scrivere di guerra oggigiorno senza cadere in fantasticherie, aggiungendo che io questo pericolo l'avevo evitato. Mi ha fatto piacere, anche se poi con l'editore in questione non c'è stato un accordo. Per documentarmi, come saggistica, i libri di Antonio Sema e Antonio Gibelli sono stati importanti. Soprattutto L'officina della guerra di Gibelli.

4. Quando non scrivi presumo che tu legga molto. Cosa stai leggendo in questi giorni?
Ho finito da poco Introduzione alla vita mediocre di Arturo Stanghellini. E ora sto leggendo un libro non legato alla grande guerra, sulla città di Mosca e i suoi scrittori.

5. Qual è la tua TOP 3 di libri a tema militare? Per ogni libro fammi una recensione lampo - non più di 10 parole - vai!
Contesto assolutamente la top 3 in quanto troppo limitante e rilancio con una top 5, precisando che certi libri apprezzatissimi un tempo, ora mi lasciano tiepido, come Nelle tempeste d'acciaio di Ernst Jünger. Al primo posto Bollettino di guerra di Edlef Köppen, un romanzo capolavoro di un artigliere, scritto in modo apparentemente distaccato, superiore a Remarque, edito da Mondadori, stranamente poco noto. Poi Ed ora, andiamo! di Mario Muccini; nulla di più emozionante per chi ama le vicende di trincea, un libro che parla di vicende vissute in mezza Italia, dalla Sicilia a Bolzano. Mi fermo qui e rinuncio alla top 5 perché mi sto dilungando .. comunque inserirei tutti i memoriali proposti in questi anni da Sergio Cisco e dal suo Comitato; veri gioielli, accompagnati sempre da ottime introduzioni e ricchi approfondimenti.

6. Stiamo vivendo il centenario della Grande Guerra, che futuro vedi per la memoria storica di questa immane tragedia? Secondo te i ragazzini di oggi - diciamo dagli 11 ai 18 anni - sarebbero attratti da un tuo libro?
Sono usciti tanti libri, molta memorialistica, qualche libro di autori noti è stato riportato in libreria dopo 70 anni. Buoni segnali. Alcune fiaccole sono accese, chi legge di storia continuerà a farlo, gli altri non so. È difficile istigare alla lettura. Credo che prima dei diciotto anni difficilmente uno si metta a leggere cose attinenti alla grande guerra, tema che non va per la maggiore. Noto più attenzione da parte di chi ha un'età più matura, eppure le consonanze col mondo di allora ci sono. Quando lessi il Diario di guerra di Gadda, mi colpì il crescere della delusione del giovane ufficiale; proveniente dalla piccola borghesia, vera riserva di sobrio patriottismo, si era arruolato volontario. Era uno che "ci credeva"; in qualche passo elogia Cadorna e si esprime varie volte contro l'autoritarismo tedesco. Ma in trincea scopre le meschinità, gli accomodamenti, la corruzione… oggi per tanti giovani che "ci credono", capita lo stesso nella trincea del lavoro.

7. Tutti i tuoi libri sono stati autoprodotti in maniera molto genuina, badando molto alla sostanza e poco al business (mi azzardo a dire). So che hai provato a farti pubblicare qualcosa in maniera ufficiale, ma per ora nulla è stato finalizzato. Ora parto con la domanda complessa: pensi che sia difficile farsi pubblicare un libro a tematica militare oggigiorno? Ma soprattutto pensi sia fondamentale trovare un editore considerando tutti mezzi online che ci sono oggi per l'autopromozione?
Penso sia dura in generale farsi pubblicare, a prescindere, come diceva Totò. Ci vuole una pazienza infinita; non mi interessa essere pubblicato a qualunque condizione. Gli editori a pagamento non hanno senso; si deve essere pubblicati perché l'opera è apprezzata, non perché si paga. Poi ci sono gli editori ufficialmente non a pagamento che magari sono non a pagamento nel senso che .. non ti pagano i diritti delle prime cento copie vendute. È come una piramide, probabilmente al vertice ci sono i veri editori, ma come in certi racconti di Kafka la loro esistenza è avvolta nel mistero, forse ci sono e aspettano proprio te, oppure ... Chissà! Forse non sto così male da autopubblicato, perlomeno nessuno mi ha convinto di essere in grado di offrire una prospettiva nettamente migliore e il treno del Centenario si avvia verso la sua destinazione finale.

8. Il tuo nuovo libro si chiama "I morituri: dagli altipiani al Piave nella Grande Guerra". Cosa ci dobbiamo aspettare da questa terza fatica? C'è qualche novità per quanto riguarda forma, stile, storia o altro?
L'ultimo libro I morituri, probabilmente l'ultimo in assoluto sulla Grande Guerra, ha una ambientazione in Trentino e Veneto, sugli altipiani e poi sul Piave; diciamo che pur non essendo il territorio così diverso dal Carso, qui c'è la tensione verso la battaglia finale che si svolgerà sul fiume, vista come l'epilogo in cui il massimo di potenza tecnica verrà scatenato. C'è di diverso, la faticosa conquista di una ragione per cui combattere e morire se necessario, ossia la cacciata degli austriaci dai territori occupati. In più, direi, c'è un lato "maledetto" in certi personaggi, più marcato che non negli altri libri. Naturalmente questi sono aspetti che ho cercato di rendere, si vedrà se con efficacia o meno.

9. Ti confesso che quando ho scoperto i tuoi libri ti ho subito ammirato come autore: scrivere un libro richiede fatica, impegno, costanza e soprattutto - nel caso di un libro storico - anche molto studio. Quest'ultimo poi è un ostacolo non da poco per pigroni come me! Hai qualche consiglio da dare a tutte quelle persone che si vorrebbero mettere a scrivere un libro nel tempo libero? Tu hai seguito qualche tipo di strategia? Tipo scrivere solo nel weekend oppure solo dopo cena, oppure strafarsi di caffè…
Scrivere è una fatica tremenda! Quando credi di avere terminato, inizia il lavoro vero di revisione e a volte di riscrittura. Ti sembra poi di averne scritti due di libri a forza di rettificare, togliere, integrare. Con internet consultare alcune cose è diventato immediato e semplice, posto che certi libri cartacei devi averli. Strategie? Io mi sento più un tattico, più istintivo che in grado di pianificare. Diciamo che gli spunti possono venire anche da ambiti che non c'entrano nulla col tuo tema di riferimento. Perciò ci vuole uno sguardo a 360 gradi. Ho tratto qualcosa, ad esempio anche da film western; nel far west ci si trovava in circostanze critiche, spesso non c'era legge, eppure si doveva decidere cosa fare davanti a un pericolo, fosse il colera, gli indiani, una banda di fuorilegge. Nella grande guerra magari certe decisioni le prendeva un tenente di 21 anni, accollandosi enormi responsabilità, pur avendo poca esperienza e per di più nell'ambito di una guerra dalle caratteristiche mai viste. Insomma, gli spunti per chi scrive possono venire da ogni parte e bisogna prenderli; l'importante è che poi non arrivino gli sputi ... Bisogna sicuramente aver letto molto. Non ho una strategia come dicevo; sento di aver bisogno di tempi lunghi, quindi suggerisco di non avere fretta di scrivere. Credo che ognuno trovi un suo iter, si deve solo avere il fuoco della passione per il tema scelto.

10. Secondo te ha ancora senso fare recensioni (di libri, dischi o film)? Tu solitamente - prima di comprare un libro - leggi qualche recensione oppure semplicemente lo compri e via? Insomma, il mio blog ha un senso di esistere?
In libreria sfoglio liberamente; se nasce la scintilla anche leggendo due pagine a caso, allora compro. Le recensioni le leggo per gli ebook e le trovo fondamentali. I blog servono eccome .. tra i migliori consiglierei, se permetti, un certo funedivincolo ..

11. Lascio a te questo spazio finale, utilizzalo come meglio credi e magari dicci i tuoi piani letterari futuri. Io ti ringrazio per il tempo concesso e non vedo l'ora di leggere il tuo quarto libro! Ciao!
Non ho piani letterari al momento. Mi piacerebbe fare qualche viaggio in più, magari sui fronti "secondari" della grande guerra. Speriamo di poterlo fare. A proposito di Blog, vorrei ringraziare Patrizia Poli per lo spazio che mi ha dato in signoradeifiltri.overblog.com. Quando all'inizio qualcuno ti esprime fiducia, bisogna ricordarsene sempre. Grazie anche a te per l'intervista e grazie a chi la leggerà!

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