RAFFAELLO SPIRONELLI | Intervista


1. Cosa vuol dire per te fare parte del progetto Arditi d'Oro? Raccontare la vita, le imprese e i sacrifici di ragazzi che hanno combattuto e in alcuni casi dato la vita è un onore, ma anche un onere. Come hai vissuto questa impresa ardita?
Nonostante i molteplici impegni, ho accettato volentieri l’invito di Roberto per svariati motivi: in primo luogo per un debito di riconoscenza verso ragazzi che hanno dato un contributo decisivo alle sorti della Grande Guerra. Quando fu proposta l’idea di creare i Reparti d’Assalto nell’estate del 1917 dentro le trincee del Carso i nostri contadini soldati erano al limite dell’esaurimento: condizioni pessime, nessuna prospettiva immediata, reiterati ordini d’andare al macello nelle famigerate “spallate”. Cresceva la ribellione, i casi di diserzione si moltiplicavano. La prospettiva d’imparare a combattere in maniera diversa non poteva che far presa negli animi dei coraggiosi. E le risposte furono superiori ad ogni attesa, anche da parte dei padri di famiglia.
Altra ragione: il luogo in cui vivo, Moriago della Battaglia, con la sua Isola dei Morti, è il paese dove gli Arditi hanno prima protetto la ritirata nel novembre 1917 e poi aperto la breccia decisiva per la vittoria finale, passando nella notte sul 27 ottobre da Fontana del Buoro all'allora Isola Verde, oggi dei Morti, dove, tra l’altro, ho allestito all'aperto una mostra con immagini e brevi testi relativi ai Reparti d’Assalto, al loro addestramento e alle loro imprese nelle battaglie del Piave (a disposizione dei visitatori anche negli anni futuri).
Ho considerato dunque l’esperienza un dovere, più che un onere.

2. In questi ultimi anni stanno uscendo davvero tanti libri sulla Grande Guerra e anche sugli Arditi. Supponiamo si debba scegliere... perché leggere Arditi d'Oro e non qualcos'altro? E a proposito di libri, consigliaci un libro sulla Grande Guerra che dovremmo leggere a tutti i costi e perché.
Il libro merita l’attenzione dei lettori perché gli autori, pur attenendosi rigorosamente alle vicende storiche dei personaggi, hanno cercato d’immedesimarsi nei loro pensieri, di interpretare gli stati d’animo che li hanno spinti a compiere atti di eroismo straordinari. Quanto ai libri consigliati, proporrei immodestamente il mio “Brandelli di memorie dal fronte Piave” (De Bastiani editore, 2015) per un semplice motivo: ho messo insieme, attingendo da un centinaio tra diari e testimonianze, i passaggi significativi concernenti la guerra lontana che poi s’avvicina, l’anno dell’invasione, le violenze, i saccheggi, il profugato. Le vicende sono quindi raccontate dai protagonisti – soprattutto preti e maestre tra i civili, combattenti dell’uno e dell’altro fronte nella ricostruzione delle battaglie sul Piave – in un mosaico di sofferenze che coinvolge civili e militari.

3. Che cosa ti aspetti da Arditi d'Oro? Come verrà accolto secondo te dai lettori? Il pubblico dei lettori di libri a tema storico è particolarmente esigente... dici che verrà promosso o verrà eletto a nuova Cazzullata di fine 2018?
Le prime reazioni sono più che positive: le recensioni a 5 stelle dimostrano che il lavoro è stato fatto seriamente e i lettori sono buoni giudici.

4. Questo libro potrebbe avvicinare i ragazzi più giovani agli arditi oppure pensi che la Grande Guerra sia materia vietata per gli under 30?
Difficile dirlo. Per la mia esperienza d’insegnante le nuovissime generazioni sono cresciute a nutella ed immagini, quindi s’annoiano di fronte agli scritti, specie se sono lunghi. Recentemente ho portato 300 ragazzi di terza media all’Isola dei Morti, divisi in gruppi. Di fronte alle immagini della mostra che ho citato prima e ai luoghi della battaglia della vittoria ho notato un’attenzione sorprendente. Solo che la maggior parte ama sentir raccontare, più che leggere.

5. Il 2019 si avvicina... avremo modo di vederti ancora all'opera con carta e penna (o mouse e tastiera)? Cosa bolle in pentola? 
Credo di no, almeno per il prossimo anno. Ho appena pubblicato, sempre per la De Bastiani il volume “L’Alta Marca. Dal Seicento all’alba del Novecento”. Sono 410 pagine che descrivono personaggi e vicende in un territorio compreso tra Grappa e Cansiglio, tra Belluno e Venezia. Ora devo quindi divulgarlo, sempre mediante immagini e narrazioni.


NOTA BIOGRAFICA
Nato a Sernaglia della Battaglia nel 1948, risiede a Moriago della Battaglia. Frequentato il liceo classico al Canova di Treviso, si è laureato in lettere classiche al Liviano di Padova nel 1974. Dopo le prime esperienze di docente al Collegio Balbi Valier di Pieve di Soligo, ha insegnato per un trentennio e svolto a lungo funzioni di vicepreside nell’Istituto Comprensivo di Farra di Soligo. Dal 2007 tiene lezioni di Storia e Cultura del territorio presso l’Università degli Adulti a Pieve di Soligo e dal 2014 a Paese (Treviso). Ha al suo attivo tre libri, pubblicati dall’editore Dario De Bastiani: "Medioevo e Rinascimento nell’Alta Marca", "Brandelli di memorie dal fronte Piave", "Alta Marca dal Seicento all’alba del Novecento".





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