MONICA GASPAROTTO BATTAGLIA | Intervista


1. Cosa vuol dire per te fare parte del progetto Arditi d'Oro?
Posso solo dire che è stato un onore. Inaspettato e appagante. Quando ho letto il mio nome scritto a chiare lettere accanto a quello di autori già molto noti, ho compreso tutta l’importanza di aver partecipato a un progetto inedito nella forma e ambizioso nelle aspettative.

2. Raccontare la vita, le imprese e i sacrifici di ragazzi che hanno combattuto e in alcuni casi dato la vita è un onore, ma anche un onere. Come hai vissuto questa impresa ardita? 
Pur dedicandomi alla lettura un po’ più approfondita dei Reparti d’Assalto da un paio di anni, l’ho vissuta veramente come una impresa ardita! Quando ho adocchiato la rosa dei co-autori, tutte persone con una profonda conoscenza del tema da trattare e con all'attivo varie pubblicazioni, mi sono sentita inadeguata. Non sono uno storico, né di Grande Guerra né di altro, tanto meno una scrittrice. Sono una semplice appassionata di alcuni di quei temi che sono intrinsecamente collegati al mio territorio di appartenenza: il Monte Grappa da una parte, l’altopiano dei Sette Comuni dall'altra, il Piave che scorre a fianco al paese dove vivo da quasi 10 anni. Dietro casa mia sono presenti i resti della linea ferroviaria a scartamento ridotto denominata "Decauville”, per il trasporto di munizioni di artiglieria alla volta delle teleferiche della pedemontana. Sono nata all'ombra del Sacrario del Grappa, uno dei luoghi più simbolici della Prima Guerra. Salire al Sacrario è sempre stato un momento di gioia da bambina e una sorta di pellegrinaggio da adulta. Portavo sassolini e fiori al soldato Peter Pan prima, ho portato tutto il mio rispetto e la mia devozione ai nostri caduti dopo. È un posto con il quale mi sono sempre sentita in simbiosi. Per cui, per rispondere alla domanda, ho vissuto questa “impresa” con la paura di non essere all'altezza, di non avere le competenze per trattare al meglio un tema così importante e, allo stesso tempo, come un dovere per rendere omaggio, in una maniera per me diversa dal solito, a quegli Uomini verso i quali avevo un debito di riconoscenza.

3. Raccontaci della scelta/e dell'ardito/i di cui hai narrato le gesta. Come mai proprio lui/loro? 
Ho lavorato da sola alla stesura della figura del giovane Tenente Leopoldo Pellas. Che dire? Non ho scelto io Pellas, è stato lui che ha scelto me. Non so spiegare. Mi è stato proposto e ho saputo subito che era giusto. Le mie conoscenze non erano specifiche, per cui ho letto tanto, fino a cercare di immedesimarmi in lui. Per questo mi è venuto naturale raccontare in prima persona. Ho sofferto con lui la perdita del fratello, ho appoggiato la sua vendetta, ho sorriso durante i giochi di Pasqua, mi sono emozionata nelle lettere alla madre. Un ragazzo, un Ideale, una missione. Uno scopo da raggiungere, senza paure o esitazione. Spero di avergli reso l’onore che merita.
Ho poi curato, assieme al mio carissimo amico Antonio Mucelli, il Ten.Giuseppe Albertini, un omaggio al Piave e alle vicende che lo hanno visto inespugnato protagonista e  il Ten.Ponzio di San Sebastiano con il Cap.Vittorio Leonardi, decorati sul Pertica, il mio Monte Grappa, la mia fortezza.
Era doveroso.

4. Parliamo delle scelte narrative e stilistiche che hai adottato. Ci hai ragionato molto? Cosa ti ha portato a scegliere? 
Ragionato no. Ho scritto molto di getto. Non c’era nulla da inventare, i fatti storici sono documentati, bastava solo raccontarli. E loro si sono lasciati raccontare. Come ho detto, non sono una scrittrice, non ho una “forma” che mi contraddistingue. Ci ho provato, facendo del mio meglio. Ho cercato di narrare con uno stile emozionale ed emozionante. Sono le emozioni che più si imprimono nella memoria. Ed è necessario preservare la memoria della nostra Storia e di chi l'ha fatta, non bastano sterili trasposizioni di fatti o anaffettive cronistorie. Spero di esserci riuscita.

5. In questi ultimi anni stanno uscendo davvero tanti libri sulla Grande Guerra e anche sugli Arditi. Supponiamo si debba scegliere... perché leggere Arditi d'Oro e non qualcos'altro?
Perché il romanzo storico arriva “oltre”. Pur rimanendo perfettamente aderente a fatti realmente accaduti e documentati, non ha la freddezza del saggio, i personaggi ti prendono per mano e ti portano, chi in punta di piedi chi con impeto ardito, nella loro esistenza, nelle loro imprese, ti portano ad amare i loro vezzi, le mille Macedonia accese una dietro l’altra, le bestemmie sciorinate come rosari, le loro debolezze, in una parabola ascendente e discendente.
Il romanzo racconta, in maniera coinvolgente, gli slanci straordinari di quegli uomini che sono divenuti la punta di diamante di un esercito che, dopo Caporetto, sembra perduto. Lo racconta anche a chi è totalmente digiuno di nozioni storiche, a chi non ha mai approfondito certuni fatti d’arme e lo fa parlando un linguaggio comprensibile, privo di difficoltosi tecnicismi.

6. E a proposito di libri, consigliaci un libro sulla Grande Guerra che dovremmo leggere a tutti i costi e perché (a parte Arditi d'Oro ovviamente).
Fortunatamente negli ultimi anni, le pubblicazioni relative alla “Guerra Granda” sono state moltissime. Alcune di alto spessore storico e narrativo. Tanti i libri sugli Arditi, misconosciuto argomento, sui quali circolano varie, e talvolta menzognere, leggende.
Tra i tanti, consiglio “Arditi sul Grappa” di Ermes Aurelio Rosa, un diario di guerra e di vita eccezionale. Il XVIII RA era stanziato, prima dell’offensiva finale, a Villa Fietta, distante pochi minuti da casa mia… La scuola di addestramento ad Appocastello, località di Borso del Grappa, anch'essa a un tiro di schioppo… le azioni del 25 ottobre sul Grappa, attraversando quella Galleria Vittorio Emanuele che è anche un po’ mia… Non posso non sentirmi coinvolta e amare questo libro.
Una frase per descriverlo, tratta dal diario: “Diciott'anni, l’età della spensieratezza, della gioia… e invece bisogna essere uomini e per di più uomini che fanno la guerra, che debbono portare altri uomini a morire. Ma io amo la mia Patria, sono felice di essere qui a difenderla e non ho il più piccolo rammarico, anche se questo amore dovesse costarmi la vita".
E “Trincee” di Carlo Salsa, un libro crudo che colpisce come un pugno nello stomaco.

7. Che cosa ti aspetti da Arditi d'Oro? Come verrà accolto secondo te dai lettori? Il pubblico dei lettori di libri a tema storico è particolarmente esigente... dici che verrà promosso o verrà eletto a nuova Cazzullata di fine 2018?
“Arditi d’Oro” e cazzullata proprio non possono stare nella stessa frase! Scherzi a parte… le prime impressioni/recensioni sono ottime, credo che il libro soddisfi molti palati: chi cerca una narrazione il più possibile fruibile, pur affrontando una tema poco facile come quello dei Reparti d’Assalto e chi ricerca la mera cronaca di fatti d’arme di una certa rilevanza storica, senza possibilità di fraintendimenti. I capitoli sono brevi, massimo dieci pagine per MOVM, si possono leggere senza soluzione di continuità, se ne può leggere uno e poi fermarsi, riprendere successivamente o tornare indietro, non è un libro che “obbliga” a una lettura continuativa, anche se ritengo che il lettore ne sarà avvinto e vorrà arrivare alla fine il prima possibile.
Aggiungo una nota di merito alla bella ed esaustiva prefazione/inquadramento storico di Roberto Roseano: anche il lettore meno preparato in tema di Arditi potrà avere un preciso riferimento e non sentirsi buttato allo sbaraglio nella gabbia del leone!

8. Questo libro potrebbe avvicinare i ragazzi più giovani agli arditi oppure pensi che la Grande Guerra sia materia vietata per gli under 30?
Ma io mi auguro vivamente che questo libro arrivi a quante più generazioni possibili! Peccherò forse di ingenuità ma ho una grandissima fiducia nel potere formativo di libri come questo. I ragazzi, oggigiorno, hanno più una curiosità visiva che speculativa. Ricercano l’immediato, tutto deve essere a portata di mano. Ma, credo, possano anche appassionarsi a delle storie, se qualcuno gliele racconta in modo avvincente. Da parte nostra, noi adulti abbiamo il dovere e l’onere di tramandare la Storia, in questo periodo dove tutto sembra propendere verso il dimenticare piuttosto che il ricordare e va scemando il senso del concetto di Patria. I ragazzi vanno stimolati, coinvolti, vanno fatti protagonisti.
Penso a Pellas: per il nostro modo di pensare era un ragazzo quando si è trovato catapultato nello sconvolgente mondo della guerra. Era già un uomo per i canoni dell’epoca. Ecco che allora forse, e me lo auguro, le gesta di un ragazzo che è diventato eroe senza premeditazione posso pungolare la curiosità dei suoi coetanei, spronandoli a volerne sapere di più, abbattendo il muro noioso della mera conoscenza scolastica per diventare comprensione più ampia sui fatti che riguardano in maniera abbastanza recente il nostro Paese. Fatti che non vengono mai ricordati abbastanza. Fatti che parlano di sacrificio, di privazioni, paure, patimento e di eroismo. Non c’è nulla di male a chiamare questi uomini Eroi. Non è retorica. Lo dicono i fatti. E i ragazzi hanno bisogno di eroi.

9. Il 2019 si avvicina... avremo modo di vederti ancora all'opera con carta e penna (o mouse e tastiera)? Cosa bolle in pentola? 
Me lo auguro! Non ho programmi precisi (del resto non avevo in programma nemmeno “Arditi d’Oro”) salvo alcune piccole collaborazioni. Ma, come si dice, Dio vede e provvede!


NOTA BIOGRAFICA
Nata a Bassano del Grappa nel 1970. Ha conseguito, nel 1989, la maturità d’Arte Applicata all’architettura e all’arredamento presso l’Istituto Statale d’Arte “G. de Fabris” di Nove (Vicenza). Per vario tempo ha seguito il panorama della musica alternativa nazionale e internazionale, collaborando con periodici, fanzine e webzine, occupandosi di recensioni e live report. Da molti anni lavora presso il laboratorio di una multinazionale. Appassionata di libri, musica, arte, viaggi, fotografia e tutto ciò che riguarda la Bellezza. Essendo nata all’ombra del Monte Grappa, coltiva da sempre un particolare interesse verso gli accadimenti relativi alla Grande Guerra, attraverso letture, escursioni sui luoghi del conflitto, ricerca storica di documenti ed immagini per il proprio accrescimento personale. È qui alla sua prima prova letteraria sul tema Prima Guerra Mondiale.

Commenti

  1. Per me ha la stoffa di una buona scrittrice... perché? quando la leggo mi emoziona
    ...

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